Apple fa ricorso contro Corellium: lotta per iOS
La battaglia legale che sta avvenendo tra Apple e Corellium, ovvero la società che serve per realizzare i dispositivi iOS virtualizzati, non sembra affatto terminata. Dopo quella che è la notizia del raggiungimento dell’accordo tra le parti, che è arrivato nei giorni precedenti, la Apple ha cambiato idea. Difatti, sembra che la “Mela” abbia depositato un ricorso per la decisione della Corte Federale della Florida che, durante il dicembre dello scorso anno, ha espresso il suo favore per Corellium, dicendo che aveva fatto un “uso corretto” di quello che è il codice iOS e non ha commesso alcuna violazione del diritto d’autore.
Corellium, va ricordato, è quella che ha realizzato un software che permette di eseguire in un ambiente desktop i dispositivi virtuali che sono basati su iOS, Android e Linux con l’intento di andare ad offrire ai ricercatori di sicurezza quello che sarà uno strumento al fine di individuare dei bug e vulnerabilità. Per la Apple questa pratica è come una “replica illegale del sistema operativo e delle app”.
Corellium: cos’è?
Corellium venne fondata nel 2017 con la partecipazione di alcuni nomi abbastanza famosi nella scena del jailbreak di iOS. Tra tutti questi, Chris Wade, che è stato uno dei primi a realizzare un jailbreak funzionante, David Wang, che faceva parte della crew Evasi0n, e Jay Freeman, ovvero lo sviluppatore di Cydia. Corellium fu dal primo momento subito apprezzata proprio dagli stessi ricercatori di sicurezza, questo è dovuto al fatto dei minor costi per acquistare hardware.
I termini dell’accordo che sono stati annunciati la settimana scorsa non sono ancora noti, ma pare che Corellium abbia comunicato alla sua rete di vendita, il fatto che la piattaforma rimanga comunque disponibile.
La notizia del ricorso da parte della Apple arriva dopo aver fatto l’annuncio di “Corellium Open Security Initiative“, il programma per la ricerca che è stato lanciato da Corellium e prevede un contributo totale di 5.000 dollari, oltre a consentire l’accesso gratuito alla piattaforma, questo soprattutto per i ricercatori di sicurezza che vogliano esaminare il funzionamento del metodo CSAM (Child Sexual Abuse Material) della Apple, ovvero quello che permette di rilevare le immagini che sono di natura pedopornografica tra tutte quelle che vengono poi caricate online su iCloud.
Questo è uno strumento che, dal canto suo, ha causato molte perplessità, ma soprattutto confusione e il timore che possa essere utilizzato anche per eventuali altri scopi. Craig Federighi, ovvero il vice presidente di Apple, ha ribadito più volte il fatto che la società abbia gli strumenti per fare in modo che i governi e altre terze parti non possano trarre alcunché in termini di vantaggio dal CSAM.